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Cosa mi ha lasciato l’Irlanda a Mantova

I due giorni che ho passato a Mantova per la rassegna: “Irlanda un’isola di voci” nell’ambito del Festival Letteratura sono stati più di un viaggio. Ecco cosa mi ha lasciato l’Irlanda a Mantova

Perché non è durato una settimana?

Sono tornata a Mantova per il Festival Letteratura a 20 anni dall’ultima volta: un tempo lungo, dovuto all’impossibilità di recarmi negli anni del lavoro da giornalista a tempo pieno, per impegni coincidenti. E adesso che ci ripenso, a poco più di una settimana dai miei due giorni di rassegna “Irlanda un’isola di voci” penso che questa attesa mi è servita per prepararmi a qualcosa di grande. E mi chiedo anche se forse questa rassegna irlandese non avesse potuto durare una settimana di incontri. Perché è stata una bellissima rassegna.

La nazionale degli scrittori

Con buona pace di chi non c’era possiamo dire che quella che abbiamo visto a Mantova è stata una nazionale degli scrittori. Una vera e propria squadra, che si è sostenuta a vicenda: Anne Griffin è andata a sentire Jan Carson, che è andata a sentire Sebastian Barry che è andato a sentire Anne Griffin. Davvero è successo così. Ed erano belli da vedere perché si percepiva che non erano gesti di circostanza. Erano davvero convinti di farlo.

Esprimere la propria umanità nella letteratura

Probabilmente vi chiederete perché è successo e perché mi ha colpita al punto da raccontarvelo: perché una nazionale di scrittori presuppone che la scrittura sia qualcosa di più di un esercizio, qualcosa di più di un mestiere. Una nazionale degli scrittori è un gruppo di persone che attraverso la letteratura esprime il proprio essere. Scrivere è per gli irlandesi un modo di dichiarare la propria essenza. Rappresenta il modo di affermare prima di tutto la propria appartenenza all’umanità. Non importa allora ricordare al pubblico ogni due per tre cosa c’é scritto sul proprio passaporto: scrivere è appartenere al mondo. Lo ribadisce bene Anne Enright di cui puoi vedere qui la registrazione dell’incontro a Mantova.

L’importanza delle immagini evocative

La bellezza dell’appuntamento mantovano è stata completata dal corredo di immagini evocative che sono state il fondamentale contributo di Turismo Irlandese. Sui social di Zuppairlandese puoi rivivere la bellezza di queste immagini che ho cercato di catturare nei Tik Tok e nei Reels. Marcella Ercolini, direttrice di Turismo Irlandese ci ha spiegato il perché di questa scelta. Puoi leggerlo qui.

Quello che possiamo essere, con loro

Possiamo essere allora fratelli di questo popolo di scrittori. Amare l’Irlanda non vuole né imitarla, né stereotiparla. Ma nemmeno, come ho capito a Mantova, pretendere di averla già compresa a prescindere per i galloni sul petto rappresentati da viaggi, incontri e studi. La letteratura ci offre una straordinaria opportunità di formarci continuamente allo stupore per la bellezza delle cose del mondo, catturate da una storia, da un’immagine, da una circostanza. Come il coming out del figlio di Sebastian Barry, raccontato con tanta limpidezza dallo scrittore come origine della ricerca dei personaggi dei suoi ultimi due romanzi.

Ecco che cosa mi ha lasciato l’Irlanda a Mantova. E credetemi, è tantissimo.

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