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Extratime: perché gli irlandesi hanno tifato Italia agli Europei?

Ci concediamo un extratime per questa speciale settimana calcistica: perché gli irlandesi hanno tifato spassionatamente Italia agli europei? Tra avversione alla Corona nel Nord e asce da guerra sotterrate dopo la rivalità dei mondiali 1990 ecco la storia di una passione scoppiata a Euro 2020.

La storica Italia – Irlanda del 1990

Era il 1990 e per Dublino giravano magliette con epiteti non proprio aulici nei confronti di Totò Schillaci. Come quella che indossa Colm Meaney, Jimmy Rabbitte senior nel film The Van, tratto dal celeberrimo libro di Roddy Doyle (scrittore irlandese grandissimo appassionato di calcio). Merito di una sconfitta ai quarti di finale del Mondiale con goal del Totò nazionale. Certo, una cosa storica arrivare fino a quel punto per la squadra della Repubblica di Irlanda guidata da Jack Charlton, scomparso un anno fa. E celebrato a Dublino anche con murales che ricordavano il suo motto Put ‘em under pressure (Metteteli sotto pressione). Ma l’Irlanda, paese all’epoca poverissimo sognava come sempre in grande. E quel calcio che non aveva mai dato fino ad allora grosse soddisfazioni fu una delle tante ancore di gioia. A cui la nave irlandese sceglie di aggrapparsi nei momenti difficili. Perché come sempre la difficoltà a queste latitudini si supera ridendo.

Da avversari …

I cimeli di quella storica partita si trova anche al museo dell’Aviva Stadium, il tempio del rugby. E’ bellissimo che proprio nel luogo in cui si celebrano i più grandi successi mondiali dello sport in cui sono tra i più bravi gli irlandesi venga riservato uno spazio allo sport meno conosciuto – lo stesso Roddy Doyle in una recente intervista ha affermato che una volta ha cercato di guardare una partita in un pub a Galway e lo hanno guardato come un marziano -. Quindi, fuori da Dublino il calcio praticamente non esiste.

… a grande amore

Però, quest’anno gli irlandesi hanno scelto di supportare l’Italia, sia a Nord, nelle sei contee rimaste sotto UK, che a sud, nella Repubblica. Una scelta a tratti sorprendente per chi conosce gli irlandesi, ma che ha delle motivazioni precise. Che stanno nella storica relazione difficile tra Inghilterra e Irlanda, che solo da poco più di 100 anni fa si è affrancata dalla dominazione della Regina. Più che per una avversione per la recente Brexit, di cui di certo ci sono strascichi di tensione soprattutto per gli accordi commerciali. Come spiega in modo molto spiritoso Frank McNally in un articolo sull’Irish Times.

Bandiera italiana a Derry nel Bogside (foto tratta da I Muri di Erin, pagina Facebook)
I Repubblicani del Nord Irlanda dicono “Italia per sempre”

E poi a Nord c’é la questione del rapporto tra unionisti e repubblicani, i primi fedeli al Regno Unito, i secondi desiderosi di completare l’unificazione con il sud del Paese. In rete domenica è circolata questa foto del Free Derry corner nel Bogside, l’ingresso nel quartiere repubblicano della città del Nord Irlanda in cui ebbero inizio i Troubles. La scelta qui è molto più orientata dalla Brexit, al cui referendum il Nord Irlanda ha votato contro l’uscita dall’Unione Europea. L’UE è stata determinante nel trattato di pace che ha sancito nel 1998 l’uscita dal conflitto. Non a caso anche sulla collina che sovrasta Belfast la scelta è decisa: Italy abù. Italia per sempre.

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