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Kellie Harrington e la boxe in Irlanda

Kellie Harrington e la boxe in Irlanda vuole dire il volto dell’ultima generazione di atleti che hanno sempre garantito una medaglia ai giochi Olimpici. La trentunenne peso piuma è originaria della periferia di Dublino. Ed è’ un vero e proprio simbolo per il suo Paese.

“Se non fossi riuscita a conquistare una medaglia ai giochi di Tokyo? Sarei rimasta molto male”. Kellie Harrington è così, sempre in salita, sempre in una sfida con sé stessa e col mondo. Viene da Portland Row, periferia nord di Dublino, dove nessuno le fa mancare il proprio supporto. Kellie Harrington e la boxe in Irlanda è una storia di riscatto sociale e di attenzione agli ultimi. E alla fine ha vinto l’oro, Dublino e tutta l’Irlanda sono stati in festa per lei.

E pensare che non volevano farla tirare di boxe

Non c’era posto per una ragazza in una palestra da Boxe. Kellie da giovane non vuole andare a scuola, non le piacciono le regole, e piuttosto che stare in strada e rischiare di finire in qualche brutto giro, vuole imparare questo sport. Ma gli inizi sono difficili e fatica molto prima che le aprano le porte della palestra. Vince nel 2018 il campionato del mondo nella categoria dei pesi piuma. A Tokyo è la portabandiera femminile della piccola e orgogliosa delegazione irlandese.

Oltre la boxe

Dopo la decisione del comitato olimpico di postporre di un anno i Giochi, Kellie fa una scelta: andare a lavorare in ospedale come donna delle pulizie, al St. Vincent’s Hospital. Non una scelta qualunque, quella di essere una “frontline worker”: durante l’emergenza Covid utilizza questo suo ruolo per consolare pazienti, medici, per essere loro di sostegno. Dice che la Boxe non dura per sempre e che un lavoro vuol dire anche pensare al futuro. Kellie nei fine settimana fa anche la volontaria in mezzo ai poveri del suo quartiere.

Kellie è inoltre un simbolo per il movimento LGBTQ: fidanzata con una collega boxeur, con cui sta insieme da nove anni, progetta con lei un matrimonio che in Repubblica di Irlanda è possibile grazie al Referendum che nel 2015 ha ammesso i matrimoni egualitari. E ora che ha vinto un bronzo sicuro alle Olimpiadi chissà se al ritorno coronerà questo sogno. Magari in mezzo alla sua gente di Portland Row.

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