Nel luglio 2020 ho realizzato un evento streaming con gli Strawman and the Jackdaws, gruppo musicale italo irlandese che in questa estate 2021 si sta facendo strada in Italia, tenendo numerosi live e partecipando a contest. Gli Strawman and the Jackdaws sono la musica tra Irlanda e Italia. Pubblico il video e i testi originali che ho scritto per quel giorno, con l’augurio di tornare ad avere questi talentuosi ragazzi ospiti di Zuppairlandese. Magari, chissà,questa volta dalle strade di Dublino! Che la musica qui sulla Zuppa è un unico racconto con le parole.
Troppo caos a Dublino
Era mattina presto ad Ennis. Avevo preso la prima corriera da Limerick, il Bus Eireann, la linea extraurbana con cui puoi andare quasi ovunque in Irlanda. Mi ero fermata per un caffé in un bar. Il proprietario mi aveva accolta con un certo calore, forse muovendosi a compassione per il mio vagare nel paesino deserto di prima mattina con un trolley e uno zaino al seguito. Al caffé erano seguite le chiacchiere. “Sono venuto via da Dublino, troppo caos. Non vede come si sta bene qui?”.
Era un uomo del West Ireland, un microcosmo a tratti sospeso nel tempo. Con le case addobbate con i colori delle squadre del calcio gaelico. Con i suoi cantori che di generazione in generazione si tramandano il loro patrimonio musicale.
Galway accoglie i turisti da tutto il mondo. Anche loro partono di mattina presto d’estate con il ferryboat o l’autobus per andare a visitare le isole. Nugoli di cinesi, australiani, svedesi, da soli o in gruppo con l’ansia della foto sulla scogliera. Il resto del West custodisce, invece, il tesoro del tempo.
Uno sguardo sui Docks
Lungo la riva del Liffey, di prima mattina, lunghe file di ragazzi vanno verso i Docks per iniziare il lavoro. A piedi, o in bici, con il caschetto, il thermos con qualcosa di caldo, si dirigono verso le sedi delle grandi compagnie Facebook, Google, il loro indotto, e per tante ore, dopo essere stati così visibili diventano anonimi alla città.
“Le vede tutte queste macchine? – mi dice un tassista di prima mattina mentre mi accompagna all’aeroporto – sono tutti lavoratori dell’IT che tornano dopo aver passato il fine settimana a Parigi piuttosto che a Berlino, nei loro paesi di origine”. Sono le 4 e mezza del mattino e ogni lunedì è così.
Il volto di Dublino oggi è anche questo qui, una città in affitto. Cadono giù palazzi storici, si alzano grattacieli nel distretto 1, quello del centro.
Ma a chi lo guarda con sospetto o lo critica addirittura, per il regime fiscale conveniente, ragione per la quale queste grandi multinazionali sono qui occorrerebbe ricordare la povertà in cui Dublino versava dopo la fine della tigre celtica. E se oggi i senza tetto sono 10 mila, quanti sarebbero stati senza il lavoro di quei ragazzi in caschetto?
Diecimila band
Dublino è la città delle diecimila band. Diviso per i giorni dell’anno sono circa trenta band al giorno. In Irlanda tra i bambini ci sono forse più strumenti musicali che bambole. “Come ti chiami piccolino? Ecco una bella Concertina per te”. La prima volta che sono stata a Dublino parlando con una signora del posto le ho detto che conoscevo i versi di The Auld Triangle, vecchia canzone dell’Easter Rising. Si è messa a piangere e mi ha abbracciata. Abbiamo cantato sul Gran Canal, assieme.
testo di Francesca Lozito, canzoni di Strawmand and the Jackdaws