Andrea Allaria ha scritto un racconto sugli Homeless a Dublino. E’ il suo diario di viaggio, sincero e autentico, su come sia necessario scoprire la città, in cui i senza tetto sono più di diecimila, attraverso i loro occhi. Sono orgogliosa di poter ospitare questo racconto su Zuppairlandese
Un sogno coltivato per tanto tempo
Così alla fine dopo due tentativi andati a vuoto finalmente siamo riusciti a effettuare il tour degli homeless, come lo abbiamo chiamato noi, io e mia moglie, che siamo quelli a destra nella foto di copertina. E così ho scritto un racconto sugli homeless a Dublino. Come sono entrato in contatto con questa iniziativa che si chiama Secret streets tour?. Mia moglie fa parte di un gruppo di persone che ogni domenica si trova in una piazzetta di Milano e danno da mangiare a una quindicina di senza dimora. Io, quando mia moglie è di turno, preparo il cibo che poi viene porzionato e consegnato. Insomma faccio da “gost cook”. Oltre a dare da mangiare però si cerca anche di aiutarli in vari modi con vestiario, consigli o solo un pó di compagnia. Insomma una piccola goccia nel mare del bisogno. Tre anni fa ho trovato in Instagram un post su di loro e ho voluto approfondire tramite il loro sito. La storia della organizzazione è molto interessante ma più interessante è conoscere queste persone.
Una guida affabile
Noi abbiamo avuto come guida Kenny (a sinistra nella foto). Una persona che ha un passato di 20 anni di droga e una situazione della sua famiglia di origine molto pesante. Ma lui alla fine è riuscito a tirare su la testa grazie a questa associazione che gli ha dato un alloggio. E come lavoro, fare la guida turistica dopo aver svolto un periodo di formazione. Kenny si presenta molto bene: indossa la giacca della associazione, molto ben rasato e con un sorriso molto affabile. Poi l’accento di Dublino lo aiuta ad essere ancora più simpatico! Dallo sguardo ai capisce che è molto orgoglioso di cosa è diventato. Ogni guida effettua il giro nella zona dove ha passato la parte difficile della loro vita. Kenny è partito dal Castello di Dublino fino ad arrivare a St. Stephen Green.
Tra storia e testimonianza diretta
È molto interessante vedere come cambia il suo modo di esporre la storia secondo l’argomento che affronta. Prima ti spiega come hanno portato via James Connolly dal Castello fino a Kilmainham Jail dove lo hanno fucilato offrendogli prima una tazza di tè. Bastano pochi secondi e il racconto si fa personale: girato l’angolo ti fa vedere il luogo dove aveva vissuto la sua storia di dipendenza. E ti spiega come funziona il ricovero per senza tetto del Salvation Army.
L’emozione di un incontro
La voce diventa grave e gli occhi seri. Ti comunica molto direttamente cosa faceva e i suoi sentimenti. Condivide la propria vita con durezza perché duro è stato quello che ha vissuto. Ti dice chiaramente quello in cui crede senza mezzi termini senza che ciò diventi verità assoluta ma solo la sua verità. Puoi essere d’accordo o meno ma lui è così e accetta quello che tu sei. Un giro non facile da affrontare che mette molto in discussione la propria persona: ricevi parecchie sberle e ti senti piccolo come una goccia di acqua . Ma alla fine anche una goccia diventa mare.
testo e foto di Andrea Allaria