Negli ultimi vent’anni, la narrativa femminile ha vissuto una crescita significativa in termini di visibilità e riconoscimento, soprattutto nei Paesi anglofoni. Tuttavia, dietro la facciata di un boom apparente, i numeri dei più prestigiosi premi letterari e la rappresentanza nelle recensioni rivelano ancora un marcato squilibrio di genere.
Premi letterari: progresso e ostacoli
Secondo un approfondito articolo pubblicato dall’Irish Times, emergono dati inequivocabili sulla persistente disparità:
- Booker Prize: negli ultimi 25 anni, ci sono stati 17 vincitori uomini contro 10 donne, di cui due hanno dovuto condividere il premio con un uomo.
- Pulitzer Prize for Fiction dal 2000: solo nove donne vincitrici contro 16 uomini.
- Baillie Gifford Prize for Non-Fiction (dal 1999): solo otto donne premiate rispetto a 17 uomini, e le shortlist mostrano quasi sempre una prevalenza maschile.
Questa tendenza si riflette anche a livello internazionale. Ad esempio, solo un quarto dei National Book Awards statunitensi per la narrativa è andato a donne dall’istituzione del premio. Similmente, il celebre Cervantes Prize spagnolo è stato assegnato a uomini nel 90% dei casi dal 1976 ad oggi. La situazione non migliora con il Nobel per la Letteratura, dove solo 14 donne sono state premiate dal 1901.
Rappresentanza e impatto delle shortlist
Le shortlist sono rivelatrici: maggiore è la presenza femminile tra i finalisti, maggiori sono le probabilità di vittoria per le donne. Tuttavia, molte giurie rimangono a prevalenza maschile, influenzando il risultato finale. Ricerche recenti dell’Università della Pennsylvania evidenziano come anche la composizione delle giurie sia un elemento chiave nel determinare gli esiti delle premiazioni.
Un altro elemento spesso sottovalutato è il sesso del protagonista delle opere premiate: statistiche raccolte da QZ mostrano che anche i romanzi scritti da donne vincono più spesso quando hanno come protagonista principale un uomo.
L’ascesa delle scrittrici e l’influenza dei nuovi media
Nonostante questi ostacoli, il XXI secolo ha visto la nascita e l’affermazione di numerose autrici di successo, anche grazie alle opportunità offerte dall’auto-pubblicazione e dai canali digitali, che facilitano la disintermediazione e danno voce a una pluralità di esperienze.
Pregiudizi nella critica e nel mercato editoriale
Persistono ancora bias e stereotipi sia nella critica letteraria sia nelle classifiche di vendita. Ad esempio, nel 2016 solo il 18% dei recensori e il 26% degli autori recensiti sulla London Review of Books erano donne. Anche molti dei generi percepiti come “femminili” vengono considerati meno prestigiosi rispetto a quelli dominati dagli uomini.
Conclusioni
Il XXI secolo ha senza dubbio segnato nuovi traguardi per la letteratura femminile, con scrittrici che hanno influenzato profondamente la narrativa contemporanea e vinto riconoscimenti di primo piano. Tuttavia, le cifre dimostrano che la parità nei premi, nella critica e nei ruoli decisionali resta una meta ancora lontana. Serve un impegno costante per superare barriere strutturali e pregiudizi radicati.
Fonti: “50 years of women’s writing: The 21st century – recognition at last, but the numbers tell a frustrating story” (The Irish Times)1; “Women are horribly under-represented in the world’s top literary prizes” (Quartz)2; “There’s a gender gap in prize-winning literature—not between the authors, but the characters” (QZ)4; “The Award Gender Gap” (University of Pennsylvania)3; “The Rise of Women Writers in the 21st Century” (Book&Ver)5
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immagine: elaborazione Copilot
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