Paul Lynch, autore irlandese conosciuto per la sua prosa evocativa, torna con Il Canto del profeta, un romanzo potente che si interroga su un futuro non troppo lontano. Tra visioni apocalittiche e riflessioni intime, questo libro scuote e inquieta. Ecco perché non consiglio la lettura serale: le immagini evocate potrebbero perseguitarvi anche nei sogni.
Le figure femminili: un ritratto poco irlandese
Nel romanzo, le donne non ne escono nel migliore dei modi. I personaggi femminili appaiono spesso bidimensionali, e sebbene abbiano un peso nella trama, la loro caratterizzazione manca di profondità. Risultano poco realistiche, quasi caricature di ruoli convenzionali. Questo può deludere i lettori che si aspettano personaggi femminili sfaccettati e complessi. In particolare, il personaggio di Ellish risalta per la sua testardaggine, ma senza un’evoluzione o introspezione che renda questa caratteristica davvero interessante o giustificata.
Non distopico, ma paurosamente reale
Nonostante molte critiche abbiano definito Il Canto del profeta un romanzo distopico, Lynch ha ripetutamente ribadito che la sua visione non è affatto distante dalla nostra realtà attuale. L’autore immagina un futuro che potrebbe verificarsi ovunque, non solo in Irlanda. Ed è proprio questo uno degli aspetti più inquietanti: la sua capacità di ritrarre un mondo futuro possibile, con dinamiche sociali e ambientali devastanti, che potrebbero colpirci prima di quanto pensiamo. Questo dato, se da un lato spaventa, dall’altro rende il libro ancora più affascinante, coinvolgendo il lettore in una riflessione sulla nostra attuale rotta di collisione con la natura e con noi stessi.
Ellish: un personaggio ostinato fino all’eccesso
Un punto focale del romanzo è il personaggio di Ellish, la protagonista, la cui testardaggine è tanto esasperante quanto comprensibile nel contesto di un mondo in frantumi. Tuttavia, la sua ostinazione talvolta la rende meno empatica e difficile da comprendere per il lettore. Questa sua rigidità si trasforma in un’arma a doppio taglio: da un lato, la sua determinazione spinge la trama avanti, dall’altro, la rende meno accessibile, meno umana. Nonostante ciò, il viaggio di Ellish è uno degli aspetti più potenti del romanzo, anche se può non piacere a tutti.
La traduzione italiana firmata da Riccardo Duranti è una delle grandi forze di Il Canto del profeta. Duranti riesce a mantenere intatta l’intensità e la bellezza della prosa di Lynch, restituendo in pieno l’atmosfera e le sfumature linguistiche del testo originale. È una traduzione magistrale che non perde mai di vista la delicatezza delle emozioni e la crudezza delle immagini che Lynch sa evocare così bene.
Conclusione: una lettura da non sottovalutare
In definitiva, Il Canto del profeta è un romanzo che consiglio vivamente, ma con cautela. È una lettura intensa e inquietante, che potrebbe condurvi in un vortice di riflessioni oscure. Meglio non affrontarlo prima di andare a letto: i sogni potrebbero trasformarsi in incubi.
immagine realizzata con AI, ispirata al romanzo